Franco Prodi contro Greta: “È un abbaglio mondiale”

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Franco Prodi contro Greta: "È un abbaglio mondiale"

Redatto da Oltre la Linea.

Franco Prodi, professione climatologo, contesta Greta Thunberg. Posizioni sul riscaldamento globale ben definite: anche per lui, non è colpa dell’uomo. In un’intervista rilasciata all’Huffington Post, lo scienziato ha definito le proteste contro le attività antropiche “responsabili del cambiamento climatico” “un’abbaglio mondiale”.

Franco Prodi tra gli studiosi “eretici”

Come già Antonino Zichichi qualche giorno fa, anche Prodi ha espresso forti riserve sulla responsabilità umana nel riscaldamento globale. Che però non viene affatto negato: “No, io non nego affatto che ci siano i cambiamenti climatici. La storia del nostro pianeta è anche la storia dei cambiamenti climatici che si sono susseguiti nel tempo.

Il problema, prosegue Prodi, è nella ciclicità del fenomeno e nel fatto che si sia palesato in diverse fasi della storia terrestre, in epoche in cui palesemente le attività antropiche non erano ancora inquinanti: “Nel tardo Medioevo, intorno all’anno 1200, è noto che la temperatura della Terra aumentò significativamente. Così come sappiamo che a metà del diciassettesimo secolo ci fu un fenomeno inverso, ovvero una piccola glaciazione. In entrambi i casi, l’uomo non aveva ancora sviluppato tutte quelle attività industriali che oggi sono considerate responsabili dei cambiamenti climatici. Come si può dire, dunque, che per il 95 per cento è colpa dell’uomo?

Prodi: il riscaldamento c’è, ma non c’è prova di responsabilità umana

“I dati che abbiamo a disposizione dicono che, dai primi anni dell’ottocento (quando sono state state impiantate le prime stazioni meteorologiche in diverse parti del mondo), la temperatura media globale è cresciuta ogni secolo di un decimo di grado. Questo è innegabile, nessuno lo contesta. Ciò che è in discussione, nella comunità scientifica, è la causa di questa crescita”, ribadisce Prodi.

Che poi aggiunge: “Il clima terrestre è il risultato dello scambio di due flussi di fotoni: uno che dal Sole va verso la Terra, e l’altro che sale dalla Terra verso l’esterno. Come sa, il Sole è un corpo che misura quasi 6 mila gradi kelvin. La Terra, invece, ha una temperatura di 300 gradi kelvin, circa 25,5 gradi centigradi. È come se da una parte ci fosse una lampada, e dall’altra una palla di vetro. In mezzo a esse, l’atmosfera.”

In termini semplici, questo significa che “la temperatura della palla di vetro dipende da una molteplicità di fattori, tra cui la distanza che c’è tra la lampada e la palla di vetro. Una distanza che non è sempre costante, e che dipende da una molteplicità di fattori che non sono facilmente calcolabili. Per questo, non possiamo stabilire con esattezza quanto il riscaldamento climatico sia responsabilità dell’uomo e quanto, invece, dipenda da altri fattori”.

Conclusioni

Il dibattito sul clima, virtualmente, non esiste. Per lo meno se si fa caso alla distribuzione dei pareri sulla stampa mainstream e su base internazionale. Ma certamente alcuni argomenti semplici riscontrabili da tutti rendono molto controverse le ragioni alla base delle quali si cerca di “salvare il pianeta”. E la scienza è ancora “troppo giovane”, come lo stesso Prodi sostiene. Le possibilità tecniche di studiare il fenomeno esistono, infatti, soltanto dai primi anni del XIX secolo.

(di Stelio Fergola)

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