Turchia attacca i curdi in Siria: cosa sta succedendo

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Turchia attacca i curdi in Siria: cosa sta succedendo

Redatto da Oltre la Linea.

È partito nelle ultime 24 ore e prosegue l’attacco della Turchia alle milizie curde nel nord-est della Siria.

Ieri (9 ottobre) Erdogan aveva annunciato il lancio dell’operazione “Peace Spring” con l’obbiettivo, dichiara il presidente turco, di “neutralizzare le minacce terroristiche anti-turche e stabilizzare la regione, liberando le comunità locali dai terroristi e rispettando l’integrità territoriale della Siria”.

Morti civili dopo attacco Turchia. Ankara smentisce.

I curdi denunciano l’attacco a villaggi civili, con la conseguente morte di 8 persone. Si registra però la smentita di Ankara. Il ministero della difesa turco ha infatti diramato la seguente nota:

Le forze militari turche hanno colpito finora 181 postazioni appartenenti alle organizzazioni terroristiche nel nordest della Siria come parte dell’Operazione Fonte di pace” chiarendo successivamente che “nella pianificazione ed esecuzione dell’operazione Fonte di pace vengono presi di mira solo rifugi, ripari, postazioni, armi, mezzi ed equipaggiamenti che appartengono a terroristi del Pkk/Pyd-Ypg e di Daesh (Isis)“.

Curdi: Isis ha ripreso ad attaccare. Ankara li sta favorendo.

Secondo quanto riferisce l’ANSA, fonti curde parlerebbero di una ripresa delle ostilità di miliziani dell’Isis, che avrebbero sfruttato l’attacco turco per lanciare un’offensiva a sud di Ras al Ayn. Tuttavia – chiarisce l’ANSA – “Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni provenienti dalle parti coinvolte nel conflitto.”

Il Messaggero riporta invece di un attacco ad una prigione che ospitava miliziani dell’ISIS. Secondo i curdi, fonte anche di questa notizia, si tratta di un “chiaro tentativo di favorire la fuga dei jihadisti”. Il carcere colpito sarebbe quello di Chirkin nella zona di Qamishli.

Il mondo condanna la Tuchia

Intanto dalle cancellerie di mezzo mondo sono partite condanne all’azione unilaterale turca. Putin ha invitato Erdogan a “non compromettere gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana” e Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite si è detto “molto preoccupato” parlando di impossibilità di una soluzione militare al problema siriano.

Condanne alla Turchia arrivano anche dall’UE e dall’Italia. Di Maio infatti dice: “nessuna risposta militare può rappresentare una soluzione alla crisi in corso. (…) Azioni unilaterali rischiano solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica, a cui l’Italia ha dato un significativo contributo nell’ambito della Coalizione anti-Daesh”.

Il ministro degli esteri russo Lavrov stigmatizza l’azione turca ma evidenzia anche le responsabilità americane per aver favorito l’attacco turco abbandonando i curdi. Le decisioni degli USA, dice, “sono un gioco molto pericoloso e rischiano di incidere su tutto il Medio Oriente, si tratta di una situazione da evitare a tutti i costi: lo stiamo cercando di far presente agli americani, per ora senza risultato”.  “La nostra posizione su quanto accade nel nord est della Siria è inequivocabile” aggiunge “e si basa sulla necessità di risolvere tutti i problemi di questa regione del Paese attraverso un dialogo tra il governo centrale di Damasco ed i rappresentanti delle comunità curde che storicamente risiedono in questo territorio”

Intanto Donald Trump parla di sanzioni dure “se il presidente turco non agisce nel modo più umano possibile”, sottolineando però come i curdi combattano “non per noi, ma per la loro terra”.

(La Redazione)

 

 

 

 

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