Redatto da Oltre la Linea.
L’invasione turca del nord della Siria per distruggere lo stato federale installato dai Curdi è una guerra alquanto complicata. Truppe Curde combattono contro i Turchi e le milizie dei ribelli filoturchi e islamisti che fino all’altro ieri erano glorificate dai media mondiali. Contemporaneamente l’esercito Siriano fedele ad Assad ha raggiunto un accordo con i Curdi che avevano provato a creare uno stato indipendente su territorio siriano.
In tutto questo i mass media italiani cercano di far ricadere la colpa del conflitto sul “perfido” presidente Assad. Mentre i centrosocialari sono entrati in un cortocircuito infinito dovendo ringraziare il Presidente Assad se i Curdi non sono stati spazzati via in 24h.
Insomma, serve chiarezza.
Guerra in Siria: accordo Curdi-Assad
Partiamo da un fatto concreto: gli Stati Uniti d’America non metterano più a rischio i loro rapporti con Erdogan. L’hanno già fatto e hanno visto a che cosa ha portato questa scelta politica: Ankara si è avvicinata a Mosca.
Il ruolo chiave della Turchia nella Nato è quello di essere il collegamento fra Occidente e Medio Oriente. La Turchia è la chiave di volta d’accesso al Mar Nero e allo stretto dei Dardanelli, il perno degli affari dell’Alleanza Atlantica nella congiuntura fra Este ed Ovest.
Era quindi logico che gli Americani lasciassero il campo libero ad Erdogan nella sua personale battaglia contro gli indipendentisti curdi. Inaspettato è stato invece l’accordo, garantito da Mosca, fra Assad e i Curdi che avevano occupato il nord della Siria. L’accordo, a scopo unicamente difensivo, prevede il rischieramento dell’esercito siriano al confine con la Turchia in modo da creare una zona cuscinetto che eviti l’avanzata dei turchi. È infatti estremamente improbabile che si accenda lo scontro fra soldati regolari turchi e soldati governativi siriani.
Truppe siriane entrano a Kobane
Proprio per tenere fede all’accordo qualche giorno fa i soldati delle SAA, l’esercito regolare siriano, sono entrate a Kobane, città storica di resistenza curda. L’ingresso trionfale delle forze governative, festeggiato dalla popolazione siriana di Kobane, è stato un colpo duro da digerire per numerosi gruppi di estrema sinistra che avevano fatto di Kobane la nuova Stalingrado.
Ciononostante, l’unico modo per garantire la salvezza dell’integrità della Siria e della popolazione del nord è stringere un accordo con il legittimo governo. Ovvero il presidente Bashar al Assad.
L’accordo politico, ancora lontano, doverbbe prevedere il riconoscimento da parte di Damasco dell’autoproclamata amministrazione autonoma della Siria del Nord da parte dei Curdi. Insomma, Russi e Siriani faranno da scudo per i Curdi dalla minaccia Turca, in cambio del riassorbimento del Rojava nella Siria e la contrattazione dei ampie autonomie.
Quello che i Curdi potevano ottenere senza cercare l’appoggio americano ancora molto tempo addietro. Ma che non hanno mai cercato; ora Assad e Putin sono le uniche persone che possono difenderli dalla potenza militare della Turchia di Erdogan.
Qualcosa di simile era già successo a Manjib, la città della Siria in mano ai Curdi che era stata attaccata dai Turchi. Subito, polizia russa e siriana era entrata in città a difesa dei civili e della regione. I Turchi, dunque, non volendo scatenare una guerra nazionale, hanno rinunciato ad avanzare nella regione.
Gli interessi Americani nella Siria del Nord
The US does not want the Damascus-Baghdad highway to be used by Iran to supply its allies in Syria and Lebanon.
Gli Stati Uniti non vogliono che l’autostrada Damasco-Baghdad venga usata dall’Iran per rifornire i suoi alleati in Siria e Libano
Non servirebbe aggiungere altro. L’autostrada M4, insieme alla città di Kobane, sono i punti chiave per il dominio della regione. In una visione più ampia, la strategia turco-americana vuole tagliare fuori i collegamenti via terra fra l’Iran, il grande nemico, e le nazioni filoiraniane coGlime il Libano e la stessa Siria. Diventa dunque chiaro il disegno geopolitico della regione, con tutte le grandi potenze mondiali e regionali combattersi per quei pochi metri di territorio.
Gli Stati Uniti hanno anche l’interesse di migliorare i loro rapporti con la Turchia, come dicevamo all’inizio, ed è dunque improbabile una loro azione ostile verso Erdogan. L’inatteso accordo Assad-Rojava-Putin ha però mandato in frantumi le più rosee aspettative di Erdogan e dell’alto comando turco.
Siria del nord, una regione insanguinata
Al contrario delle precedenti operazioni militari turche nel nord della Siria, questa volta Erdogan sta facendo ampio uso di proxy. Da anni infatti la Turchia è il più grande alleato di quei “ribelli moderati” che da anni l’Occidente ha elogiato a più non posso. Terroristi, per dirla fuori dai denti.
Questo autoproclamato esercito democratico siriano, sostenuto dai Turchi, dall’Isis da Al Qaeda e da altre e ben più potenti nazioni, sono diventate la carne da cannone dei Turchi contro i Curdi. Infatti, dopo le numerose perdite di carri pesanti Leopard 2 degli anni precedenti, i Turchi si sono fatti furbi e utilizzano per lo più queste milizie di terroristi nelle diverse operazioni militari.
Mentre queste milizie continuano ad assaltare le postazioni curde, i soldati di Assad stanno occupando più territorio strategico nella Siria del nord. Entrati già a Kobane, Raqqa, Manbij e nei pozzi petroliferi dell’oltre Eufrate, ora stanno prendendo posizione sull’autostrada M4.
Nella Siria del Nord si sta giocando una partita molto importante, sia per il futuro della Siria come nazione libera, indipendente e sovrana, sia per la geopolitica dell’intero Medio Oriente.
(di Fausto Andrea Marconi)
L’articolo La guerra in Siria del Nord fra Curdi, Turchi e Siriani: un pò di chiarezza originale proviene da Oltre la Linea.