Redatto da Oltre la Linea.
Redistribuzione, una parola magica. “Redistribuzione migranti” un’espressione definita da tutti i media mainstream, e non da oggi, come il Sacro Graal del verbo immigrazionista. Di questa espressione paradisiaca i famigerati accordi di Malta sembravano essere l’ultima e definitiva premessa.
Redistribuzione migranti, dalle favole alla realtà
Il mondo paradisiaco di Malta si scontra con quello reale, nello specifico infernale, di Lussemburgo. È lì che oggi i ministri dell’Interno dei Paesi UE valuteranno se sia possibile o meno dare un seguito a quelle promesse (peraltro già molto deboli) elaborate da Francia, Germania, Malta e Italia. È lì che Luciana Lamorgese troverà la propria dimensione dove aver vissuto quella spaziale della “svolta” descritta dalla maggior parte dei giornali nostrani e non solo. Il “mai raggiunta un’intesa europea comune” risuona ancora.
Tanto per cominciare, la generosità di Germania e Francia pare sia già finita, ed entrambi i governi sono già pronti a tornare indietro sulla “svolta”. Ma andiamo con ordine. Anzi, con disordine, come sempre.
Redistribuzione migranti: perché l’epilogo è scontato
Gli accordi di Malta prevedono l’utilizzo di un porto a turno di approdo per i “migranti” su base volontaria. Come è la stessa redistribuzione migranti ad essere su base volontaria. In un passaggio poco citato la “svolta” cita: “In caso di aumento delle persone da ricollocare, l’accordo può essere sospeso in qualsiasi momento”. E cosa succede se l’aumento del numero diventa inaccettabile? Bingo, che l’Italia diventa ancora una volta, come per magia (nera questa volta), l’unico approdo possibile. E tanti saluti alla inventata solidarietà europea.
A seguito dell’intesa, si era previsto che oggi i ministri europei degli altri Paesi avrebbero dovuto approvare il nuovo approccio previsto dai primi quattro. Nello stesso periodo gli sbarchi di clandestini sono aumentati del 160%. Indovinate cosa faranno?
La redistribuzione che non ci sarà mai? Un concetto perdente
“Redistribuzione migranti” significa accettazione migranti. Nella fattispecie, ricezione e non risoluzione di un problema disastroso che sta mettendo l’Italia in ginocchio, così come ha già messo in ginocchio buona parte dell’Europa delle tensioni etniche, sociali, delle guerre di periferie ed altre brillanti conclusioni del multiculturalismo.
Qualcuno ha giustamente riflettuto sulla inconsistenza dell’accordo di Malta anche riguardo la sua durata semestrale. Guarda caso un lasso di tempo che coincide con due elementi: le elezioni locali umbre che tutta l’UE spera segnalino una rimonta delle forze europeiste rispetto a Salvini, e i mesi invernali, in cui gli sbarchi sono tradizionalmente inferiori numericamente e quindi in grado di far sopravvivere “la svolta” alle intemperie della logica dei singoli Stati.
Considerata la repentina crescita degli arrivi subito dopo la caduta del governo gialloverde, non è da escludere che questi maldestri tentativi falliscano anche subito.
(di Stelio Fergola)
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