Torino, proteste all’apertura del consolato di Kiev



Redatto da Oltre la Linea.

l Centro di rappresentanza della la Repubblica Popolare di Donetsk a Torino, primo “consolato” separatista ad aprire i battenti in Italia, scende in piazza. La protesta – animata da un gruppo di ragazzi che hanno esposto uno striscione con scritto “Unica soluzione: Vittoria” – è scattata l’altro ieri, nel giorno in cui Kiev ha inaugurato una nuova sede consolare nel capoluogo piemontese. Il perché della protesta ce lo spiega il presidente del Centro e consigliere regionale, Maurizio Marrone.

Come mai siete scesi in campo?

“L’apertura di un consolato ucraino proprio a Torino è clamorosamente una risposta all’attivismo del Centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia che ha sede proprio nel capoluogo piemontese: una risposta un po’ disperata e fuori tempo massimo però, perché ormai è chiaro che l’Ucraina ha perso la guerra”.

Ovvero?

“Con l’avvio della Formula Steinmeier, che impone una roadmap di passi verso la pace, graduali e reciproci, l’Ucraina sarà costretta dalle potenze occidentali del Gruppo Normandia a riconoscere lo status speciale di autonomia al Donbass e a smilitarizzare la prima linea, prima di ottenere un reintegro della regione filorussa all’interno di un nuovo sistema federale”.

Una soluzione politica che per le Repubbliche di Donetsk e Lugansk è una vittoria…

“Esattamente, un capolavoro politico di Putin che è riuscito a mediare tra i vari attori in campo, ottenendo finalmente il rispetto degli accordi di Minsk. Mentre l’Ucraina sta sostanzialmente capitolando. Il prossimo passo delle potenze occidentali sarà la revoca delle sanzioni economiche alla Russia, a quel punto Kiev rischierà l’implosione e in Ambasciata o nel nuovo Consolato torinese avranno poco da brindare”.

Nel frattempo in Ucraina c’è chi minaccia un nuovo Maidan…

“Nei giorni scorsi i veterani hanno marciato su Kiev per chiedere la liberazione di Vitaly Markiv, condannato a 24 anni per l’omicidio del reporter Andrea Rocchelli, minacciando un nuovo golpe di piazza Maidan. Sul fronte, invece, i battaglioni nazionalisti come l’Azov rifiutano di smobilitare trincee e posti di blocco, lanciando un ultimatum al presidente Zelensky”.

Quindi tirando le somme, nonostante la Formula Steinmeier le resistenze sono parecchie. Cosa ci dobbiamo aspettare?

“Se Zelensky sta ai patti il rischio è di una nuova sommossa, se invece si tira indietro le potenze occidentali potrebbero interrompere gli aiuti miliardari alla debole economia ucraina. Insomma, anche qui, come in Siria, la strategia Putin ha messo alle corde gli avversari”.

(di Ginevra Rossi)

L’articolo Torino, proteste all’apertura del consolato di Kiev originale proviene da Oltre la Linea.



Guarda l’ariticolo completo su oltrelalinea.news