L’osceno articolo di Repubblica contro Giorgia Meloni



Redatto da Oltre la Linea.

Francesco Merlo, editorialista di Repubblica, ha scritto un articolo vergognoso contro la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Altro che odio sul web e fake news: se volete leggere l’odio dei sedicenti intellettuali di «sinistra» contro Giorgia Meloni l’articolo di Merlo apparso su «Repubblica» (e chi se no) fa al caso vostro. Roba da conati di vomito per la tracotanza insopportabile di questi «giornalisti» che si credono Dio in terra. Basta leggere l’incpit:

Fisicamente non somiglia alle cattiverie che dice. Dunque non è facile prendere sul serio Giorgia Meloni e anche noi, per troppo tempo, non l’abbiamo fatto. Quando, per esempio, grida che bisogna affondare le navi degli immigrati non fa pensare alla valchiria wagneriana fascista e razzista come la francese Marie Le Pen, alta, imponente e biondissima, ma alla parodia macho dell’Alice disneyana.

Un articolo assurdo, pieno di livore e vere e proprie balle. Come spieghiamo di seguito.

Giorgia Meloni risponde a Repubblica

Giorgia Meloni Repubblica

Egregio Direttore, scrive Giorgia Meloni (da Il Secolo d’Italia)
ho letto con grande stupore il fiume rancoroso di insulti, volgarità e falsità che Francesco Merlo mi ha rivolto nel lunghissimo articolo pubblicato da La Repubblica il 24 ottobre. Dedicate tempo e spazio a parlare della necessità di combattere le fake news e le “parole d’odio”, soprattutto contro le donne, ma evidentemente questo non vale quando si tratta di attaccare chi ha la grave colpa di fare politica a destra.

Tanto livore mi ha fatto tornare in mente una frase di Plutarco: «I nemici sono eccitati dai mali, dalle brutture, dalle sofferenze della vita». Così Merlo si è voluto lanciare rapace sul mio aspetto fisico, sul mio accento, sulla mia vita, anche privata e familiare, sulle difficoltà vissute; tutte cose che ben poco hanno a che fare con il mio ruolo di donna impegnata in politica e che in buona parte non sono dipese dalla mia volontà, ma piuttosto imposte dalla sorte, che non sempre è generosa e benevola come vorremmo.

Le balle di Repubblica

Mi limito a riportare solo le più grossolane. 1. Merlo mi attribuisce questo virgolettato: «Spariamo sulle navi». Mai detto. Io voglio sequestrare e affondare le navi (vuote) che violano la legge italiana sull’immigrazione. 2. Merlo dice che sono andata a Torre Maura, che lì ho difeso e organizzato delle rivolte contro i rom e che avrei pronunciato queste parole: «Cacceremo i rom a uno a uno stanandoli casa per casa». Falso. A Torre Maura non sono mai andata e non ho mai pronunciato le parole che Merlo mi attribuisce. Io voglio semplicemente che ai rom sia applicata la stessa legge di tutti gli altri cittadini. 3. Il giornalista dice, poi, che ho dichiarato guerra ai gay e che in piazza San Giovanni avrei parlato di «orchi omosessuali che rubano le identità». Falso, mai detto. Sono contraria alle adozioni gay, tutto qui. 4. Merlo mi accusa poi di aver bruciato in piazza i libri della sinistra. Falso. Ho regolarmente comprato e poi timbrato, questo sì, con ‘falso d’autore’ quelli che definivano le Foibe ‘luoghi di suicidi di massa’.

Mascheroni fa a pezzi Merlo: un articolo sessista contro Giorgia Meloni

Da Repubblica, osserva Luigi Mascheroni su Il Giornale, non si può pretendere che somigli, giornalisticamente, alle cose buone che predica: il rispetto del diverso, della donna, della volontà popolare (per Merlo e i suoi colleghi di terrazza è incomprensibile come si possa votare la Meloni). E alla fine quello che resta è un pezzo – brillantissimo e osceno – da caserma, macchiettistico, livoroso e un po’ coatto. Proprio come gli italiani che viono il disagio delle suburre e, chissà come fanno, votano la Meloni.

(La Redazione)

 

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