Redatto da Oltre la Linea.
Incredibilmente, il negazionismo dei media nei confronti della vicenda Bibbiano sta aumentando in maniera vertiginosa. Salvo rare eccezioni, questi stessi media stanno ultimamente tentando di ridimensionare la tragicità dell’inchiesta “Angeli e Demoni“, ricorrendo a diverse e ben note strategie. Si tenta, in sostanza, di relegare l’indagine ad una sorta di fake news, a una qualche specie di leggenda metropolitana creata dai populisti sciacalli e manipolatori.
I media vogliono spegnere il caso Bibbiano
Nella prima metà di ottobre, in particolare, sono stati diversi i titoli di giornale che hanno suggerito che l’indagine si starebbe sgonfiando, od addirittura che il sistema Bibbiano non esista affatto: la Repubblica – in particolar modo la sezione emiliana di Bologna – ed Il Post rappresentano sicuramente il culmine di questa operazione.
Un negazionismo estremo e inquietante, quello dei media su Bibbiano, che riesce persino a mettere impunemente in dubbio l’evidenza costituita da registrazioni audio inequivocabili ed accessibili a chiunque. Come se non fosse bastata la manipolazione invasiva delle menti dei bambini, vittime della rete criminale di Foti&Co, ora l’informazione tenta anche di convincere il pubblico che si sarebbe trattato solo di un brutto sogno, ma che nulla sarebbe accaduto per davvero.
Non solo, il PD ha preteso anche delle scuse: «Qualcuno chiederà scusa al Partito Democratico per mesi e mesi di calunnie?», si è chiesto il deputato del PD Ubaldo Pagano. Il tutto sull’onda di un negazionismo pragmatico che avanza grottesche giustificazioni del tipo: «Su 9 bambini, ne sono stati restituiti 8 prima dell’inchiesta giudiziaria». Questo dovrebbe bastare a far tacere gli indignati.
Bibbiano è drammatico, checché ne dicano i media
La realtà è che i dati giudiziari su Bibbiano non stanno sgonfiando l’inchiesta, ma la stanno rendendo ancora più drammatica. Il team di assistenti sociali capitanato da Federica Anghinolfi avrebbe richiesto l’allontanamento di ben 100 bambini dai genitori, e su questi solamente 15 casi avrebbero ottenuto conferma dal Tribunale dei Minori. Il numero è impressionante, se si pensa che fa riferimento ad un lasso di tempo brevissimo, compreso tra il 2017 e il 2019.
Questi dati non lasciano molto spazio alla fantasia ed evidenziano ancora di più, invece di ridimensionarli, i tentativi reiterati da parte di Foti&Co di operare in malafede. Emerge dagli atti processuali, insomma, un insieme di elementi tra loro coordinati in funzione del raggiungimento di un comune obiettivo. Un sistema, appunto.
Andrea Galli contro i negazionisti della vicenda
Anche il consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Galli, nel corso della Commissione Regionale preposta ad indagare sull’inchiesta di Bibbiano, si era scagliato duramente contro i vergognosi tentativi da parte di scettici e negazionisti di ridimensionare e sminuire le reazioni dei cittadini di fronte ai terribili fatti della Val d’Enza:
«Devo sentire ancora mettere in dubbio quello che è successo, quando tutta l’opinione pubblica ha potuto sentire le intercettazioni telefoniche e quello che si dicevano queste persone che ridevano portando via i bambini minori». Altro che leggenda metropolitana, «il rapimento di decine se non centinaia di bambini dalle loro famiglie è la pagina più schifosa della nostra Repubblica».
Un discorso severo di condanna, quello da parte del capogruppo regionale di FI, nei confronti del sistema Bibbiano e dei suoi simpatizzanti, cui non aveva esitato a sottolinearne la matrice ideologica: «C’è stata una coincidenza orribile tra un’ideologia contorta e degli interessi economici, e questo è un dato di fatto che non passerà dalla memoria di nessuno».
Un sistema, appunto. Ma, del resto, il partito di Bibbiano – ed i media con esso – sono troppo occupati a tutelare i propri adepti, e continuano a dimenticarsi della giusta priorità:
«Voi vi preoccupate giustamente dei lavoratori che hanno bisogno delle guardie giurate ma, ad oggi, una parola di riguardo nei confronti di quelle famiglie non le avete avute», ha concluso Galli.
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