Tulsi Gabbard asfalta Hillary Clinton: “Regina dei guerrafondai”

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Tulsi Gabbard

Redatto da Oltre la Linea.

Tulsi Gabbard, candidata alle primarie dei dem Usa, asfalta letteralmente l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, che l’aveva accusata di essere manovrata dal Cremlino. «Fantastico! Grazie, Hillary Clinton. Tu, la regina dei guerrafondai, incarnazione della corruzione e personificazione della putrefazione che ha ammalato il Partito Democratico per così tanto tempo, sei finalmente uscito da dietro il sipario» ha sottolineato la Gabbard in un post sui social.

«Dal giorno in cui ho annunciato la mia candidatura, c’è stata una campagna orchestrata per distruggere la mia reputazione. Ci chiedevamo chi ci fosse dietro e perché. Ora sappiamo: sei sempre stata tu, attraverso i tuoi delegati e potenti alleati nei media corporativi, a temere la minaccia che io rappresento. Ora è chiaro che queste primarie sono tra te e me. Non nasconderti codardamente dietro i tuoi delegati. Unisciti direttamente alla gara».

Tulsi Gabbard distrugge Hillary Clinton

È guerra aperta fra Tulsi Gabbard e Hillary Clinton

In precedenza, Hillary Clinton aveva pesantemente attaccato Tulsi Gabbard. «Non sto facendo previsioni – ha dichiarato Hillary Clinton –  ma penso che [i russi] abbiano concentrato le proprie attenzione su qualcuno che è attualmente in corsa nelle primarie democratiche e la stanno preparando per essere il candidato di terze parti”, ha detto Clinton, parlando in un podcast con l’ex consigliere di Obama David Plouffe. «È la preferita dei russi».

Anche se Hillary Clinton non nomina mai direttamente la Gabbard, è evidente il riferimento dell’Ex Segretario di Stato alla candidata, già accusata in passato di essere collusa con il Cremlino.

La vergognosa campagna mediatica contro la deputata anti-élite

Come raccontavamo in tempi non sospetti, ciò che era ampiamente prevedibile, sta succedendo in queste ore. Tulsi Gabbard, candidata alle primarie del Partito Democratico Usa, è la vera spina del fianco dell’élite della Politica estera americana. Favorevole al disimpegno americano dai teatri di guerra e contraria alla fallimentare strategia dell’egemonia liberale a guida americana, Gabbard è finita nel tritacarne dei media liberal che in queste ore l’hanno vergognosamente calunniata in tutte le maniere possibili.

Tutti contro Tulsi Gabbard

l quotidiano israeliano Haaretz dice di lei che «unisce i nazionalisti indù sporchi di sangue, il genocida Assad e l’estrema destra Usa» mentre la CNN è andata a ripescare vecchie dichiarazioni, risalenti agli inizi degli anni 2000, nelle quali Gabbard avrebbe criticato i matrimoni omosessuali.

L’infame campagna mediatica contro la candidata prosegue inesorabilmente in queste ore. POLITICO scrive che la campagna elettorale di Tulsi Gabbard non è ancora cominciata «ma già si sta sciogliendo». Ma perché la sua candidatura fa così paura all’establishment dem? Come vi abbiamo raccontato in questo articolo, Gabbard, parlamentare delle Hawaii dal 2013, è un candidato presidente davvero unico. Se eletta, sarebbe la più giovane presidente degli Stati Uniti, a soli 39 anni. Ma la Gabbard non è nuova ai record giovaili: all’età di 29 anni è stata eletta alla legislatura di stato delle Hawaii, la più giovane donna mai eletta.

Tulsi Gabbard, la candidata che fa paura alle élite

Ha servito un mandato prima unirsi alla Hawaii Army National Guard. Ha servito due volte all’estero, una volta in Iraq e un’altra in Kuwait, e attualmente ha il grado di Maggiore. Da quando è entrata al Congresso, la Gabbard si è costruita delle ottime credenziali da progressista. É a favore dello stipendio minimo di 15 dollari all’ora, della sanità per tutti, della legalizzazione della marijuana, ed è da molto tempo una fervente ambientalista. Nel 2016 si è dimessa da vicepresidente del Democratic National Commitee per appoggiare Bernie Sanders alla presidenza. Ma il punto in cui Tulsi Gabbard è più unica è certamente la politica estera. La Gabbard ha passato buona parte della sua carriera nazionale sotto i riflettori a causa delle sue visioni eterodosse, distanziandosi dal consenso interventista che Donald Trump, in modo simile, ha sfidato nel 2016.

Nel gennaio 2017 ha viaggiato verso la Siria assieme all’ex parlamentare Dennis Kucinich, dove assieme hanno discusso con il presidente Bashar al-Assad. Ciò ha causato enormi controversie a suo tempo, e le critiche sono aumentate dopo che è stata annunciata la sua candidatura alla presidenza. La Gabbard è uno dei più feroci critici dei ribelli siriani, e si è opposta agli sforzi della CIA e dell’amministrazione Obama di fornire miliardi di dollari di aiuti e addestramento ai gruppi islamisti alleati di al-Qaeda. «In poche parole, quando si tratta di fare guerra ai terroristi, sono un falco», ha detto in un intervista nel 2016, «quando si tratta di fare guerre di regime change controproducenti, sono una colomba».

(di Roberto Vivaldelli)

 

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